La gestione delle regole nel lavoro educativo dei genitori sembra essere un nodo cruciale rispetto al quale si avverte il bisogno di una sorta di “ricettario magico” che, se da un lato denota l’impegno e il desiderio di madri e padri di accompagnare i propri figli, dall’altro sembra essere una domanda mossa dalla paura di non sentirsi “sufficientemente” in grado di rappresentare il proprio ruolo genitoriale.
Le regole sono aspetti fondamentali nel processo di crescita dei bambini perché rappresentano un contenitore in grado di trasmettere sicurezza in una fase della vita in cui si deve imparare a dare un nome alle cose che accadono e alle cose che si provano emotivamente. Esse offrono, sin dalla nascita, quella cornice essenziale in cui i bambini possono muoversi liberamente e sentire di potersi sperimentare in maniera sicura all’interno di confini.
Si possono considerare infatti le regole come dei “limiti” entro cui muoversi per garantire lo sviluppo del processo di autoregolazione oltre che per allenare il bambino e allenarsi come genitori nella pratica della negoziazione, nella capacità di attendere e di mediare. Entrare in contatto con le regole infatti aiuta il bambino a comprendere che, oltre a sé, c’è una realtà che va considerata, ci sono gli altri con le loro emozioni e i loro bisogni da rispettare. Si potrebbe quindi dire che la trasmissione delle regole rappresenti l’ingrediente per costruire la propria libertà individuale nella relazione con l’altro e il mondo.
Molto spesso la fatica maggiore sembra essere la ricerca di equilibrio tra aspetto normativo e aspetto affettivo come se questi fossero contrapposti ed è forse riflettendo su quanto il bambino abbia bisogno di entrambi questi elementi che il genitore può sentire di poter giocare la propria parte affettiva dando al figlio la “norma” sulla quale questi potrà sperimentarsi e scontrarsi. L’aspetto da tenere in considerazione è che i genitori rappresentano dei “modelli educativi” per i bambini e che risulterebbe praticamente impossibile imporre regole che gli adulti non mettono in pratica per primi.
La consultazione pedagogica può accompagnare i genitori nella presa di contatto con l’importanza della coerenza e della spontaneità del gesto educativo. Può favorire, inoltre, l’acquisizione di consapevolezza della propria umanità, aiutando a vivere il proprio “inciampare” come un qualcosa cui dare sempre un significato da trasmettere al proprio figlio. Il lavoro pedagogico aiuta il genitore a trovare strategie funzionali nel fornire regole adeguate alla fase evolutiva dei bambini